STRADA DEL CAVALLOTTO - VERSASIO DA ACQUATE
Acquate - Versasio
Difficoltà : Percorso per Escursionisti T3
Indicazioni : Assenti.
Bollatura : Assente.
Traccia :Mulattiera, sentiero, traccia, assente
Tempo di percorrenza : ca 2 [h] per la sola andata.
Dislivello positivo : ca 200 [m]
Periodo consigliato : Tardo autunno, primizie di primavera.
Itinerario complessivamente per escursionisti esperti dal piglio attento nella navigazione e dall’alto livello di pazienza verso le insolenze umane ed arboree.
Disponibilità acqua : Acquate, Versasio.
Appoggi : Nessuno.
Data di stesura relazione : Primi anni venti.
L’antica Strada del Cavallotto collegava un tempo la frazione Versasio direttamente al centro del suo comune d’appartenenza, Acquate - quest’ultimo autonomo nella plaga di Lecco fino al 1923. Oggi, tra le mulattiere e i sentieri incrociatisi nei primi anni duemila con la nuova Lecco/Ballabio (al secolo raccordo SS36 per la Valsassina), essa è stata l’unica a perdersi, nonostante il mantenimento d’un minimo di servitù di passaggio, poiché ricalcata praticamente in toto dalla nevralgica arteria stradale. Il cercare di ripercorrerla è lo scoperchiare un mondo abbandonato e dimenticato; un non luogo sacrificato al frettoloso passaggio di uomini e merci.
L’antica Strada del Cavallotto collegava un tempo la frazione Versasio direttamente al centro del suo comune d’appartenenza, Acquate - quest’ultimo autonomo nella plaga di Lecco fino al 1923. Oggi, tra le mulattiere e i sentieri incrociatisi nei primi anni duemila con la nuova Lecco/Ballabio (al secolo raccordo SS36 per la Valsassina), essa è stata l’unica a perdersi, nonostante il mantenimento d’un minimo di servitù di passaggio, poiché ricalcata praticamente in toto dalla nevralgica arteria stradale. Il cercare di ripercorrerla è lo scoperchiare un mondo abbandonato e dimenticato; un non luogo sacrificato al frettoloso passaggio di uomini e merci.
DESCRIZIONE: Partenza da Bonacina – Lecco – parcheggio di Via Sant’Egidio. Prendere Via Movedo e percorrerla fino al suo cieco termine. Dal piazzale antistante alla grotta al piede del Santuario della Madonna di Lourdes, si prende una ripida stretta scalinata a sinistra che, in breve, permette di sbucare su d’una carrabile privata. Qui, su d’un verde cammino delimitato da un muro a secco a monte, riparte il canto della Storia.
Seguendo la mulattiera, stretta tra tra la confusa campagna che l’avvolge, si giunge ad una bella edicola mariana prima di superare nei prati la Val de Moeda. Innestandosi su d’una cieca bretellina carrabile di servizio ad alcune case, si rasenta velocemente dall’alto d’un muraglione il raccordo SS36 per la Valsassina fino a ritrovare il sentiero poco prima d’una nuova edicola votiva. Lasciando salire a Malnago il bel sentiero proveniente dall’Inferno (ovvero da Via Movedo, circa all’altezza del civico 39, e rasentante la Val di Mus) si fa come per ridiscendere fino a che un possente muro ed il suo contrafforte al piede non forniscono la possibilità di procedere di nuovo verso nord in piano.
Superato un bello scorcio prativo con bella vita su Bonacina, si ritrova la vecchia dissestata mulattiera risalire per rampa ad un secondo scorcio prativo dove marosi di rovi, alti ed impenetrabili, hanno inghiottito la Strada del Cavallotto ed una vecchia diroccatissima cascina. Allora, liberamente, nel prato, si aggira l’impenetrabile muraglia fino a ritrovare la Via nel ripido bosco diretta, in un traverso, ad un ponte della nuova Lecco/Ballabio.
Due tiri di catena, aiutano a scendere un’umida ripida scalinata verso la confusione di un’anonima valletta. Sotto ai pilastri di sostegno della strada, una traccia ve ne si allontana inserendosi di nuovo nel bosco. Per un poco allora lo storico sedime si mostra ancora, fagocitato subito dai rovi, ed abbandonato quindi in luogo di una mesta franosa tracciolina che porta a discendere sotto ad un nuovo ponte del raccordo della SS36. Alcuni massi artificialmente disposti, sembrano condurre a rasentare a valle lo stradone per ricongiungersi mestamente alla mulattiera risalente da Prato Rubino. Invece, risalita d’un poco la valletta e portatosi a monte del raccordo della SS36, ecco ricomparire l’antica Strada del Cavallotto sormontata dal fantasma d’un rudere perso nella memoria.
Proseguendo nel bosco, la via passerebbe tra le reti della strada ed un nuovo malconcio baitello; meglio invece proseguire in piano al di sopra di esso e salutare definitivamente la Strada del Cavallotto – ormai mangiata nel suo giuntarsi con la mulattiera proveniente da Prato Rubino dallo stradone. Per bosco di carpini, segnato da alcune basse mura confinali di sasso, si esce sulla striscia di bosco pulita per le linee dell’alta tensione che si segue fino ad una rete che, valicata, apre al malconcio acciottolato che sale da Bonacina alla chiesetta Beata Vergine Assunta di Versasio.
Sui gradini del sagrato, nella pace trovata, smaniata da una vita, s’intrufola un pensiero. Il nuovo stradone ha infine però reso onore al nome della vecchia mulattiera che ha maciullato e, come su freddo circuito elettrico, ha bypassato con i suoi ponti una campagna divenuta improvvisamente anonima e squallida, inutile ed imbarazzante.
Questa è forse la miglior metafora del Cavallotto; è più quello che si perde che quel che si trova nel saltare direttamente al dunque – a volere raggiungere facilmente e velocemente luoghi, persone e sogni.
VIE DI FUGA : Assenti.
SUGGERIMENTI PER IL RITORNO : Da Versasio giù a Bonacina passando (più direttamente) da Prato Rubino o (allungandola un attimo) dal Passo del Lupo.
APPROFONDIMENTI
RIFERIMENTI CARTOGRAFICI e BIBLIOGRAFICI :
- Carta 1:20000 “Gruppo delle Grigne”
Zona rappresentata fedelmente anche se, ovviamente, anacronisticamente.
Tutti i diritti riservati. Ogni contenuto è originale e di esclusiva proprietà MNR – Negri “Manara” Raffaele
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