PORTA DI PRADA DAL PASSO DEL BUE
Bigallo (Esino) – Mascè – P.o di Strecc – P.so del Bue – Boc.ta di Prada
Difficoltà : Percorso per Escursionisti T4+
Indicazioni : Assenti.
Bollatura : Assenti nel solo tratto tra P.so del Bue e Boc.ta di Prada.
Traccia : Mulattiera, assente nel solo tratto tra P.so del Bue e Boc.ta di Prada.
Tempo di percorrenza : ca 4 [h]
Dislivello positivo : ca 1000 [m]
Periodo consigliato : Da primavera all’inverno.
Nonostante il tratto privo di traccia e di bollatura sia breve, non va assolutamente sottovalutato. Itinerario destinato ad escursionisti molto esperti; con terreno asciutto ed ottima visibilità imprescindibile.
Disponibilità acqua : Nessuna.
Appoggi : Nessuno.
Data di stesura relazione : Primi anni venti.
Prima della settecentesca apertura delle comode mulattiere (Strada Alta e Strada Bassa per Era) da Santa Maria, l’Alpe di Prada, sita nell’amena omonima conca valliva sopra l’Alpe Calivazzo, era caricata a bovini solamente dalla Val Ontragna. Da Esino quindi, e non da Mandello, le mandrie raggiungevano la Val d’Era/Val di Prada - ma oggi, a ricordare questa Storia, esiste solo il buon sentiero che scende dalla Bocchetta di Calivazzo ed un misterioso toponimo – perso più in alto alla base della Cima di Grottoni; quel Passo del Bue che non ci si immagina manco più attraversato da un sentiero e quali simboliche eterne meraviglie naturali nasconda.
Prima della settecentesca apertura delle comode mulattiere (Strada Alta e Strada Bassa per Era) da Santa Maria, l’Alpe di Prada, sita nell’amena omonima conca valliva sopra l’Alpe Calivazzo, era caricata a bovini solamente dalla Val Ontragna. Da Esino quindi, e non da Mandello, le mandrie raggiungevano la Val d’Era/Val di Prada - ma oggi, a ricordare questa Storia, esiste solo il buon sentiero che scende dalla Bocchetta di Calivazzo ed un misterioso toponimo – perso più in alto alla base della Cima di Grottoni; quel Passo del Bue che non ci si immagina manco più attraversato da un sentiero e quali simboliche eterne meraviglie naturali nasconda.
DESCRIZIONE: Partenza dal parcheggio di Bigallo, zona industriale tra Esino ed Ortanella. Tornando verso l’originale zona di rustici agricoli (votati oggi a villeggiatura) si prende una cementata pista che si stacca a monte dalla strada sotto l’indicazione “Alpe di Lierna”.
Superata la bella Piazzo, la pista si naturalizza mostrando sconquassati tratti acciottolati (sopravvissuti a decenni di abuso e mancanza di manutenzione) appena in tempo per i rustici pittoreschi cascinali di Mascè.
Ormai pienamente sotto la volta del Bosco Caravina, la larga mulattiera selciata procede in dolce salita lungo la destra idrografica della Val Ontragna spesso tagliata o raggiunta da una viabilità agro silvo pastorale che ad Esino ha prolificato allegramente. Regalando lo struggimento d’un manufatto antico ed ancora in uso essa accompagna alla Costa del Bus (del Buco) dove la si saluta lasciandola proseguire verso l’Alpe di Lierna. Prendendo a salire, accompagnati da bolli bianco rossi, un’altra più rustica mulattiera porta alla radura della sorgiva del Cagneul e poi ad incunearsi in un ripida risalita prima di un’ascendente traverso oltre la Valle della Conca. Il Passo di Strecc è ora ben individuabile al termine d’una magica faggetta e a sinistra del morbido Pizzo di Conca; pulpito di ginestre e betulle da cui godere un ampio panorama sull’alta testata della Val Ontragna.
In piano ora verso la Valle dei Grottoni, sul pendio successivo si punta con rapide volte (dopo ampio traverso) ad un chiaro bivio. A destra, la Porta di Canal Grande anticipa la Bocchetta di Calivazzo – a sinistra il Monte Croce apparirebbe dopo l’attraversamento del Grasel dei Rosèe. Io invece punto alto e solco il poco bosco rimanente alla luce del cielo col vomere del mio aratro. Sono al Passo del Bue.
A ridosso d’un roccione (q.ta 1593 su TCI) uno slavato inerbato sentiero scende fino allo sfasciumoso fondo del Canale del Sasso fino a rimontare la successiva costa boscata alla selletta dietro uno sperone. Ora, come può una semplice occhiata verso il Canal del Lupo, scoperchiare tanta follia e far cadere d’un tratto tutte le regole della geometria euclidea? Una Porta, uscita direttamente da un incubo, buca un bislacco orrorifico megalitico cappuccio di roccia – aggettante sopra di me e piantato su d’un erto pendio erboso.
Fascinazione e gravità, nonché qualcosa di sinistro ed atavico che risuona ormai alieno nella mia testa, mi invitano a lasciarmi scivolare e ad immergermi nel grande vuoto dell’esistenza che è oltre.
Io, pavido invece, supero l’alta testata del Canal del Lupo fino ad un isolato speroncino e, nella prossima breve discesa, sotto ad una nicchia approdo per pendio aperto. Qui, in piano, per inumana lotta contro ginestre ed arbusti, in piano si può giungere all’Alpe Prada ma – meglio – stare ora alti fuori dalla bassa vegetazione puntando ad un ripido canalino erboso.
Per inerbata traccia se ne esce quasi al culmine approdando ad una spalla da cui adocchiare due larici gemelli. Passando tra essi si supera un gerone e, dalla successiva costa, si può finalmente puntare liberamente (ma con attenzione data la ripidità del terreno) alla testa del masso di q.ta 1667
Da lì, una buona traccia invita a scendere su d’un altra ancor meglio impostata e diretta a destra verso un fontanone eretto su antica sorgente. Prendendo invece a sinistra, in breve si calca la Bocchetta di Prada.
Qualcosa mi spinge verso la cappella votiva in memoria dei Caduti dell’89ma Brigata Poletti e verso la Porta di Prada dove, di fronte al super incensato spot turistico cerco e trovo con lo sguardo l’altro arco di stamane. Oggi più che mai, quanto attuale l’eterna contrapposizione umana tra l’addomesticato della Porta di Prada ed il selvaggio della Porta del Lupo. Io, cammello carico d’acqua nel deserto di questo tempo, tra le due crune porte so benissimo attraverso la quale sforzarmi a passare; purtroppo ancora non so il come trovare un equilibrio a quella chiamata.
VIE DI FUGA : Assenti tra Passo del Bue e Prada, a meno della “variante bassa” diretta per il rimaneggiato singolo casello dell’Alpe di Prada.
SUGGERIMENTI PER IL RITORNO : Passo del Cainallo, Alpe Cainallo e giù ad Esino per la Vecchia Via.
APPROFONDIMENTI
RIFERIMENTI CARTOGRAFICI :
• Carta 1:20000 “Gruppo delle Grigne” – versione anni 30
Zona rappresentata precisamente e fedelmente a meno del Toponimo “Passo del Bue” mancante ma indicato come “Passo dei Grottoni”.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI :
• Silvio Saglio : “Guida dei Monti d’Italia – Le Grigne” – 1937
Relazione semplicistica ed anacronistica pur con il corretto riferimento al toponimo “Passo del Bue”. Nessun accenno al magnifico arco di roccia della Porta del Lupo. Silvio, l’hai mai fatto davvero questo giro?
Tutti i diritti riservati. Ogni contenuto è originale e di esclusiva proprietà MNR – Negri “Manara” Raffaele
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