ANELLO DI VAL MARCIA - LA SOLIVE DA RONCO

Giabbio, Premana – Ronco – La Solive

  • Difficoltà : Percorso per Escursionisti Esperti T5-

Indicazioni : Assenti.

Bollatura : Assenti.

Traccia : Sentiero labile, a tratti assente.

  • Tempo di percorrenza : ca 3 [h]

  • Dislivello positivo : ca 1200 [m]

  • Periodo consigliato : Primavera – Autunno.

Itinerario per avventurieri benedetti dal cielo con la dote della pazienza. Terreno faticoso e mendace.

  • Disponibilità acqua : Ronco.

  • Appoggi : Nessuno.

  • Data di stesura relazione : Primi anni venti.

La lunga Val Marcia, in faccia a Premana, è ufficialmente attraversabile solo su due stretti ponti pedonali. Il primo, praticamente alla congiunzione con la ValVarrone, mette in comunicazione i loch di Lavinol e Pignööl; il secondo invece, più sbilanciato nella seconda porzione dello sviluppo della valle, collega Sas da Rot con Ronco. Volendo però rinunciare a tenere i piedi asciutti, a metà tra i due, un facile guado lungo la dimenticata Via tra Ronco e Zucco offriva un’importante via di mezzo tra i due distanti “pontisel”. Una perduta mezza misura di allora; oggi solo geografica, ed essa stessa estremo di selvatichezza di ritorno dopo decenni d’abbandono.

La lunga Val Marcia, in faccia a Premana, è ufficialmente attraversabile solo su due stretti ponti pedonali. Il primo, praticamente alla congiunzione con la ValVarrone, mette in comunicazione i loch di Lavinol e Pignööl; il secondo invece, più sbilanciato nella seconda porzione dello sviluppo della valle, collega Sas da Rot con Ronco. Volendo però rinunciare a tenere i piedi asciutti, a metà tra i due, un facile guado lungo la dimenticata Via tra Ronco e Zucco offriva un’importante via di mezzo tra i due distanti “pontisel”. Una perduta mezza misura di allora; oggi solo geografica, ed essa stessa estremo di selvatichezza di ritorno dopo decenni d’abbandono.

DESCRIZIONE: Partenza da Giabbio, zona industriale di Premana. Superati i capannoni, si attraversa il Varrone sul ponte ad arco di pietra dell’epoca Teresiana. Raggiunta l’altra sponda si è subito in Lavinol, il primo di molti alpeggi lungo il cammino. Superato un primo agglomerato di ben tenute case un tratto più aperto tra muriccioli a secco conduce al secondo e, lasciando la via principale dirigersi a Porsciil, tenere la destra per la Val Marcia ed il vicino ponticello per Pignööl.
Per bella mulattiera selciata si sale a Ronk, prima per baite isolate e poi per il gruppo di cascine della Fope che, rispetto al vicino grosso compatto nucleo di Rumel, sembra più docile sotto lo sguardo di Premana.

Salendo verso la più meridionale delle costruzioni, ovvero una grande casa modernamente ristrutturata, nel prato si scopre il proseguo del selciato nel traverso per Pra Castoldoon, l’ultima delle frazioni di Ronk. L’ignoto selvatico della Val Marcia separa le amenità ben in vista di Porsciil, Zuk e Dalben.

Nel bosco un sentierino si intrufola flebile ma deciso di taglio su ripidi fianchi boscati. Esso raggiunge in leggera discesa una scaletta cengia (con gradini di sasso al termine) discendendo ad un primo canale. L’uscita per rampa terrosa avvia un lungo traverso su vaghe tracce fino ad un piano poggio con muretto a secco a monte. Qui, al bordo inferiore di recenti tagli della faggeta, si continua sulla direttrice intuita fin’ora in un inferno di ginestre ed arbusti di nuova cacciata, nati su d’un impercorribile fondo di rami e grossi tronchi tagliati ed abbandonati a marcire in terra.
Il luogo peggiore dove camminare, un bosco regolato da uomo moderno. Una sola razza di genti lascerebbe un posto così, quella per cui quel posto non ha minimamente valore se non nel ceduo che ha prelevato.

Rasentando delicatamente al ciglio un grosso salto di roccia se ne discende poi al piede, in discesa verso il Canaal da l’Aque. Seguendo in piano una poco chiara traccia che si appresta a superare altri vari canali ci si approssima, finalmente di nuovo nel bosco abbandonato felicemente a sé stesso, ad un inciso intaglio vallivo trasversale al pendio. Sulla costa immantinente successiva al suo valico, si scende per vaghi segni sulla massima pendenza fino ad incrociare una larga traccia. Questa torna a traversare in esposta perdita di quota verso nord superando un viscido canalino ed una ripida gradinata intagliata. Con una nuova inversione di rotta essa deposita al torrente Marcia su d’un pianoro dove si notano ancora i resti della “canaleta”; ovvero la dismessa condotta della presa d’acqua per finalità idroelettriche.
Guadato il corso d’acqua all’altezza delle spoglie del baitello della sosta di Mej si torna a salire sui numerosi traversi ben impostati (ma diroccati) del sentiero della Solive. Lasciando a destra una deviazione per una fonte d’acqua ferruginosa si arriva ad una malconcia isolata cascina trovata al termine di una bellissima cengia attrezzata con gradini di sasso e da bella edicola votiva ricavata nella pietra.
Tra nuovi prati e fresca luce la Ca de la Solive, stagliata contro la Val Marcia, anticipa Zuk e l’uscita sulla mulattiera abbandonata a Lavinol.

Ma io non ne ho ancora abbastanza di Val Marcia. Voglio risentire ancora il suo canto da vicino e, puntando ad un’isolata cascina sul più occidentale dei lembi di prato, scendo su solitario sentiero ben volteggiato fino al devastato alveo (alluvione del ‘19) trovato nei pressi di ben tenute miracolate baite. Risalendo un po’ il torrente sulla riva sconquassata, ruderi muschiati di edifici abbandonati si specchiano da una sponda all’altra. Qui un altro guado avrebbe permesso di tornare a Pignööl anche su sinistra idrografica se la riva non fosse stata portata ampiamente via dalla furia degli elementi.
Ma il dissesto di questi tempi ha incredibilmente scoperto le radici della nostra storia. A Pra dei Forni, cunicoli (forse prese d’aria di rudimentali crogioli) mostrano la loro nera vuota sezione lungo il verticale ciglio terroso della riva erosa. Ferro scorre nelle nostre vene; da Premana lungo la Valsassina fin giù a Lecco, per irrigare la Brianza e Milano lungo la “Via del Carro”. Sotto il marrone del fango, nel rosso della ruggine ho trovato forza. L’ho riconosciuta come la mia, la stessa malattia del sangue dei miei avi.

VIE DI FUGA : Assenti.
SUGGERIMENTI PER LA DISCESA : Dall’alveo, scendendo su destra idrografica, in breve si giunge a Lavinol.

APPROFONDIMENTI

RIFERIMENTI CARTOGRAFICI:

• Carta IGM
Itinerario rappresentato correttamente…

Tutti i diritti riservati. Ogni contenuto è originale e di esclusiva proprietà  MNR – Negri “Manara” Raffaele

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