ALLE FALDE DEI PIZZI CAVALLO e LAREC
BAITELLO MONGODIO e BAITA BOTTELLA
Premana – A.Forni – Baitello di Mongodio / Baita Bottella
Difficoltà :
Per il Baitello Mongodio : Percorso per Escursionisti Esperti T4
Indicazioni : Assenti;
Bollatura : Vecchi, scostanti ed inaffidabili bolli bianchi e rossi;
Traccia : Pista, sentiero, assente;
Per Baita Bottella : Percorso per Escursionisti Esperti T3+
Indicazioni : Assenti;
Bollatura : Assente;
Traccia : Pista, sentiero, assente;
Tempo di salita : ca 2,5 [h] per entrambi gli itinerari.
Dislivello positivo : ca 700/800 [m]
Periodo consigliato : Tardo autunno o prima primavera.
Il Baitello di Mongodio era un avamposto della fame caricato da pastori di capre. La Baita Bottella, dal passato anch’esso alpigiano, è stato pure uno dei centri nevralgici più isolati e nascosti dei partigiani della 55ma Brigata Rosselli. Pur essendo entrambe raggiunte da itinerari un tempo sicuri e ben marcati, decenni di abbandono e di oblio impongono oggi per ripercorrerli una predisposizione da escursionisti esperti. La navigazione spesso senza traccia e il terreno mai banale consigliano terreno asciutto ed una discreta visibilità. Soprattutto il Baitel di Mongodio richiede sicurezza nell’attraversamento del suo “Pasel” e per la vicina tentatrice Cresta del Pizzo Cavallo.
Disponibilità acqua : Fontanili ai Forni
Appoggi : Nessuno
Data di stesura relazione : Primi anni venti.
Due intimi, brevi, itinerari di ricerca. Ideali per le mezze stagioni. Proprio per quelle che non ci sono più.
Due intimi, brevi, itinerari di ricerca. Ideali per le mezze stagioni. Proprio per quelle che non ci sono più.
DESCRIZIONE: Partenza dalla zona industriale di Premana (parcheggio). Si prosegue attraversando il torrente Varrone su un pittoresco ponte ad arco seguendo poi la pista sterrata fino al bivio tra l’Alpe Forni e l’Alpe Forni di Sopra. Si prende per i Forni di Sopra raggiungendo presto lo stretto agglomerato di abitazioni.
BAITELLO DI MONGODIO
Al limitare superiore delle case, una bella e larga traccia rimonta con alcune serpentine il largo e panoramico poggio prativo del Zuk dal Forno. Dietro i ruderi d’una cascina, quella che un tempo era una larga traccia, si intrufola ora solo flebilmente nel bosco.
La si segue fedelmente traversando in salita fino ad un prato e rimontando la sua larga corona sommitale di sfasciumi e grossi massi. Giunti ad un pianoro, alcuni bolli rossi cerchiati di bianco ed alcune frecce metalliche inchiodate agli alberi indicano la via. La traccia si perde però presto in un pendio di felci e sassi, punteggiato da stupendi larici. Si punta ad una bastionata rocciosa alla sommità del pendio. La si aggira sulla sinistra fiancheggiando l’aspra Val di Soglia (Val dol Pasel) che si raggiunge e si supera poco più avanti dopo una breve ma attenta traversata. L’etimologia dei toponimi non è mai casuale. Sulla destra idrografica appena raggiunta, su pendio erboso largo e ripido ma protetto da larici, si sale ora liberamente tenendo preferibilmente la dorsale. Qui, su d’una balza, si potrà finalmente offrire un umile saluto ai miseri resti del Baitel dol Mongodio il quale sarà ben lieto di mostrare l’omaggio che il tempo e l’oblio han lasciato su di lui.
BAITA BOTTELLA
Al limitare superiore delle case, una bella e larga traccia traversa la Valle di Mongodio per dirigersi in leggera e dolce discesa all’Alpe Vegessa poco più avanti. All’altezza d’una romantica panchina si abbandona cotanta amenità nella speranza di trovare qualcosa di più rinvigorente.
Senza traccia, si rimonta la costa del Piz dol Ciocheer, marcata propaggine meridionale della lunga costa del Pizzo Cavallo. All’altezza delle prime avanguardie di bosco, una flebile ma risoluta traccia traversa verso est. All’improvviso, giunti ad uno slargo nel bosco su d’un poggio, la traccia si perde. Si prosegue ad istinto verso est superando il Canale del Pizzo Cavallo. Si rimonta il lato opposto in un bosco oppressivo di abeti trovando alcuni tubi d’una presa dell’acqua. Oltre, in un bel lariceto, si incrociano delle marcate ma intermittenti serpentine provenienti da una baita isolata in mezzo ad un prato. Le si segue; si sale, ma tornando presto a traversare verso est. Ad un marcato bivio si prende a sinistra in una nuova breve salita. Dopo poco, infatti, la traccia muore suggerendo di attraversare nuovo canale. In piano e in mezzo al bosco questa ricompare superando un poco marcato sperone roccioso con alcuni gradini. Si giunge ai pochi tristissimi resti dell’Alpe di Toor a monte d’un apertura gremita di felci del bosco (Canton Calig).
In piano, su buona traccia si traversa la valle che più in alto, dopo una vertiginosa impennata, culmina con il Pizzo Cavallo e con il Pizzo di Larec. La Botele è lì, su d’un verde poggio. Mura di sasso crollate che sembrano tenute ancora precariamente in piedi dalla sola trave d’ingresso. Frontalmente, l’impressione che danno è quella di due ali. Qualcosa ovviamente non vola più. Qualcosa forse è volato via.
VIE DI FUGA : Non necessarie.
SUGGERIMENTI PER LA DISCESA : Ritorno consigliato sui propri passi. Eventualmente, raggiunto il Baitello di Mongodio si può salire l’erto bosco di betulle alle sue spalle raggiungendo la cresta ovest del Pizzo Cavallo. Vedere attentamente la relazione in merito, sia che si opti per la discesa ad Ol Cant o verso la cima. Attenzione, dalla cresta non è però facile intuire l’altezza corretta per scendera a ritroso verso il Baitello di Mongodio.
APPROFONDIMENTI
RIFERIMENTI CARTOGRAFICI :
Carta 1:35000 “GRIGNE – RESEGONE – CAMPELLI – TRE SIGNORI – LEGNONE”
Baitello di Mongodio e Baita Bottella non indicati.
Carta Nazionale Svizzera e IGM
Entrambe le carte riportano questi itinerari. L’anacronistico tratto grafico è da buon sentiero.
RIFERIMENTI BIBLIORAFICI :
Alessio Pezzotta: “ ALPI OROBIE OVER 200 – VOLUME 1”
La Cresta Ovest del Pizzo Cavallo e raggiunta transitando dal Baitello Mongodio. Descrizione sbrigativa e sommaria. EE-, davvero?
itinerAlp: Pizzo Larec per la Baita Mongodio e la Costa del Pizzo Cavallo
Relazione oggettiva e precisa. Che altro aggiungere?
Antonio Bellati: “Vit de quai sort”
Tutti i diritti riservati. Ogni contenuto è originale e di esclusiva proprietà MNR – Negri “Manara” Raffaele
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