VAL DEL GIAZZ – OSPITALE DA BOAZZO

Lecco – Boazzo - Erna

  • Difficoltà : Percorso per Escursionisti Esperti T4+

Indicazioni : Assenti.

Bollatura : Assente.

Traccia : Mulattiera, sentiero.

  • Tempo di percorrenza : ca 4 [h]

  • Dislivello positivo : ca 1000 [m]

  • Periodo consigliato : Tardo autunno.

Itinerario destinato ad escursionisti esperti. Zone selvagge, remote nella loro finta vicinanza a strade e civiltà. Terreno abbastanza tecnico e faticoso.

  • Disponibilità acqua : Erna.

  • Appoggi : Rifugio Marchett.

  • Data di stesura relazione : Primi anni venti.

La Val del Giazz (ghiaccio) e la Val de la Gatola (nebbia) sono due laterali in destra idrografica a quella Val Boazzo che divide il Resegone dal Monte DueMani. Più mansuete a ridosso del conoide prativo d’Erna, ne forniscono una base boscosa e selvaggia - lambita solo di striscio dal “Sentiero Natura” e dal Sentiero della Corna (o del Cammello) – presto precipite in orride balze nel gorge roccioso confluente al Passo del Lupo sopra Bonacina. A ridosso di quel vuoto, lungo la dorsale settentrionale della Val del Giazz, si nascondono ancora i segni di una lunga appendice di pascolo che metteva in comunicazione diretta le cascine di Boazzo con quelle della frazione Ospitale di Erna; una direttrice perduta nell’oblio di un mondo oscuro sottostante l’amenità soliva e spensierata del “Balcone su Lecco” le cui ombre permanenti lo rendono sfuggente alla vista anche di chi vi scruta dalla prospiciente lingua d’asfalto della SP63 diretta a Morterone.

La Val del Giazz (ghiaccio) e la Val de la Gatola (nebbia) sono due laterali in destra idrografica a quella Val Boazzo che divide il Resegone dal Monte DueMani. Più mansuete a ridosso del conoide prativo d’Erna, ne forniscono una base boscosa e selvaggia - lambita solo di striscio dal “Sentiero Natura” e dal Sentiero della Corna (o del Cammello) – presto precipite in orride balze nel gorge roccioso confluente al Passo del Lupo sopra Bonacina. A ridosso di quel vuoto, lungo la dorsale settentrionale della Val del Giazz, si nascondono ancora i segni di una lunga appendice di pascolo che metteva in comunicazione diretta le cascine di Boazzo con quelle della frazione Ospitale di Erna; una direttrice perduta nell’oblio di un mondo oscuro sottostante l’amenità soliva e spensierata del “Balcone su Lecco” le cui ombre permanenti lo rendono sfuggente alla vista anche di chi vi scruta dalla prospiciente lingua d’asfalto della SP63 diretta a Morterone.

DESCRIZIONE: Partenza da Bonacina in Lecco; parcheggio delle villette sulla sponda opposta di Prato Rubino. Su asfalto si segue il corso del torrente Caldone raggiungendo la località Sant’Egidio. Capannoni industriali si stagliano contro la possente mole del Due Mani e del Pizzo d’Erna fronteggiando l’antica omonima Chiesa e vicini fatiscenti casolari.

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Il bitume cede il posto al brecciolino e, dopo una stanga, si procede su sinuosa pista bordeggiando le spume e gli stramazzi del corso d’acqua in un contesto più naturale; stretti tra le falde del Melma e della Piazza di Versasio. Presto si giunge in Soneda e, abbandonato il tratturo dopo il guado dell’affluente del Caldone proveniente dalla Valle di Ballabio, si avvia un faticosa salita tra sfasciumi. Tenendo la destra ci si immette sul sentiero proveniente dal Passo del Lupo sbucando dopo poco sulla ghiaiosa abbandonata bozza di quella che sarebbe dovuta essere la nuova Lecco Ballabio prima della saggia decisione di optare per i tunnel. L’ambientazione è grandiosa; un anfiteatro dominato dal duro aguzzo volto del Melma, dalle fantasiose slanciate guglie del Due Mani e dalle spalle possenti della Bastionata della Corna d’Erna.
Con molte giravolte si giunge ad un pianoro di enormi sassi dove riposano gli scheletri di due cascine. Ignorando per celerità la veridicità storica (vedere la relazione “VAL BOAZZO PERDUTA”), si sbuca su asfalto che si segue fino al successivo tornante. Di nuovo su percorso storico, resto ammaliato da un paio di tornanti incisi sul bastione a settentrione del Passo del Lupo; muri a secco a sostegno del fondo selciato all’inizio della Val Boazzo. Ma è solo un momento. Trascuratezza e cattivo uso mi costringono su stretto camminamento; insidiato su ogni lato da arbusti e rami. L’asfalto è roba da pneumatici; me ne accorgo adesso che son chiamato a percorrere una manciata di brevi traversi della Provinciale. Per fortuna imbocco presto lo sterrato che ve ne si stacca verso destra; ammaliato dalle guglie aggettanti del DueMani e turbato dalle vane occhiate che lancio all’immensa ombra stesa sulla Val del Giazz.
Raggiunto il Fondo della Val Boazzo, saluto con meno gioia del solito l’omonimo vecchio borgo di case. Oggi mi sembrano parate davanti come a voler celare l’enigma d’una Via occultata alle loro spalle.

Superatele, in piano ci si dirige verso il limitare del prato posto sotto al cornello di Q.ta 770 (CTR). Nel bosco, una grande traccia serpeggia, vermiglia di foglie di faggio, tra massi coperti dello smeraldo del muschio.

Essa si porta presto in un’umida vallecola grazie ad un traverso ascendente sconquassato da schianti arborei e, salendo per volte, presto ad una di essa devia a destra per nuovo traverso. Due tornanti secchi a gomito aprono ad una grande traccia in piano verso la costa che rinserra la destra idrografica della Valle del Giazz. Per volte e ampi tornanti tocco molti ajali, dispersi in un pendio vieppiù affilato ma sempre ben appoggiato. Carpini e aceri, betulle e frassini indicano perduti pascoli mentre la traccia si attenua fino ad una rastremazione di cresta in zona sassosa. Quindi, tornata in mio soccorso, la Via devia a destra finendo sul “Sentiero Natura”, ben più grande ed impostato di questo, poco prima di farmi bordeggiare la Val del Giazz, lungamente affiancata in salita, prima dell’accogliente uscita all’Ospitale.

Come sempre in Erna, ecco venirmi incontro la familiare commozione nel saperla scampata a molti pericoli d’uomo – scampata all’umana insaziabile fame che l’ha plasmata per quella che è e che si è mutata nel suo insopprimibile istinto di inurbarsi, d’infastidirsi a morte – schiavi di strumenti che non governano, di sfruttamenti che non vedranno reversibili. Con essa, le preoccupazioni di nuove grinfie allungate su Lei e su altre sue sorelle non trovano però spazio nel cuore di un fedele seguace del dio cervo – io piccolo uomo di fede in cerca di visioni e comprensione, dal piede ungulato di casa in valli ostili incrostate di ghiaccio e di mistero.

PROSEGUO : Se l’istinto di valicare la Val del Giazz fosse insopprimibile, poco prima dei prati, sotto ad una cascatella, una flebile traccia traversa all’alveo guadandola su placca. Oltre, una traccia ballerina ed esposta porta fino ad una nuova appoggiata costa che si sale diretti fino al “Sentiero Natura” incontrato poco prima dell’uscita della Sentiero della Corna d’Erna.
SUGGERIMENTI PER IL RITORNO : Per Pratello dell’Orso di nuovo in Boazzo tramite la Vecchia Mulattiera o in discesa a Versasio dalla Corna d’Erna per non farsi pure mancare una toccata anche alla Val de la Gatola; ovvero al primo canale che si supera dopo il devastato bosco disceso dalla Chiesetta d’Erna.
VIE DI FUGA : Assenti.

APPROFONDIMENTI

RIFERIMENTI BIBLIO/CARTOGRAFICI :

  • IGM 1:25000

Toponimi “Val del Giazz” e “de la Gatola” assenti. Via di risalita segnata solo fino ai fogli dei primi anni trenta ed erroneamente portata all’Ospitale dalla cima dello zuccotto (Q.ta 1235 IGM) alle spalle delle cascine.

 

 

Tutti i diritti riservati. Ogni contenuto è originale e di esclusiva proprietà  MNR – Negri “Manara” Raffaele

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