PONTE DELLA LAVINA

Vedeseta – Lavina – Roncali

  • Difficoltà : Percorso per Escursionisti Esperti T4/T5

Indicazioni : Assenti.

Bollatura : Assente.

Traccia : Mulattiera, assente.

  • Tempo di percorrenza : ca 3 [h]

  • Dislivello positivo : ca 300 [m]

  • Periodo consigliato : Tutto l’anno.

Itinerario destinato ad avventurieri e a veri appassionati del genere; zone abbandonate e squallide dal faticoso terreno a tratti tecnico. Il guado dell’Enna è da affrontare coscienziosamente e solo con basse portate.

  • Disponibilità acqua : Vedeseta, Lavina.

  • Appoggi : Paesi e Provinciale.

  • Data di stesura relazione : Primi anni venti.

Con “Ponte della Lavina” s’intende oggi inequivocabilmente il cavalcavia stradale partenza della turistica gita alle suggestive sorgenti dell’Enna. Viadotto di austriaca (rimaneggiata) memoria, apparteneva al collegamento carrozzabile detto della “Ferdinantea” (oggi SP24) steso nella seconda metà dell’ottocento tra la Val Brembilla e la Val Taleggio. Ma, frugando tra i censi delle mappe Lombardo-Venete, emerge dall’oblio del tempo un altro passaggio sull’Enna; più antico e consono al nome di “Ponte della Lavina” poiché posto proprio al di sotto dell’omonimo borgo. Incarnando il senso più profondo della Strada Vicinale dei Roncali (e non Roncalli) – ovvero la fisica giunzione dei territori comunali di Vedeseta divisi a metà dal tumultuoso corso dell’Enna e della loro apertura verso Morterone tramite la Scaluggia – esso è segnato nelle levate del 1848÷1858 per esser poi omesso in luogo di un più accomodante guado tra gli anni 1864÷1866 in attesa della “risolutiva” moderna carrozzabile.

Con “Ponte della Lavina” s’intende oggi inequivocabilmente il cavalcavia stradale partenza della turistica gita alle suggestive sorgenti dell’Enna. Viadotto di austriaca (rimaneggiata) memoria, apparteneva al collegamento carrozzabile detto della “Ferdinantea” (oggi SP24) steso nella seconda metà dell’ottocento tra la Val Brembilla e la Val Taleggio. Ma, frugando tra i censi delle mappe Lombardo-Venete, emerge dall’oblio del tempo un altro passaggio sull’Enna; più antico e consono al nome di “Ponte della Lavina” poiché posto proprio al di sotto dell’omonimo borgo. Incarnando il senso più profondo della Strada Vicinale dei Roncali (e non Roncalli) – ovvero la fisica giunzione dei territori comunali di Vedeseta divisi a metà dal tumultuoso corso dell’Enna e della loro apertura verso Morterone tramite la Scaluggia – esso è segnato nelle levate del 1848÷1858 per esser poi omesso in luogo di un più accomodante guado tra gli anni 1864÷1866 in attesa della “risolutiva” moderna carrozzabile.

DESCRIZIONE: Partenza da Vedeseta, parcheggio nei pressi della chiesa di Sant’Antonio Abate. Per portici si scende fino al municipio dove un cartello dell’Ecomuseo mi spiega come la Strada delle Casere, iniziante proprio dalla restaurata scalinata di sasso su cui poggio i piedi, ai Cioss si dividesse in tre. A sinistra, la propriamente detta, portava alle Casere e all’Enna (e non fino a Morterone – vedere la relazione “Culmine da Olino”), a destra alla Lavina. “Anticamente” giù dritti per i prati dei Cioss si perveniva ad un ponticello di legno per salire ai Roncalli. La cosa però non mi convince, la stropicciata mappa del Lombardo Veneto che tengo in mano riporta la Strada Vicinale (privata quindi ma di pubblico uso) per i Roncali dipartente dalla Lavina ed ornata di un bel Ponte sull’Enna. E’ ora quindi di confutare queste parole.

A fine gradini del sentiero 156A sono al Fienile di Chioso (Cioss – nessuna indicazione in loco). Nonostante il cartello di poc’anzi, le direttrici segnalate sono due; a destra per le sorgenti dell’Enna/Morterone e a sinistra per la Lavina ed il Ponte dei Senesi.
Quindi a destra dove nel prato si segue un filare di alberi scoprendovi ai piedi qua e là ciottoli di antico sedime. Finiti su mesto tratturo si supera un rivo ed una baita e, lasciando i bolli bianco rossi seguire una pista carrabile, ad un depuratore di acque reflue sulla destra per nuovo filare di piante si sfila (obbligatoriamente furtivi) tra le agricole cascine di Suaggio e i loro orti. Appresso ad secondo nucleo di immobili, sono a quel magico Cantel del Gallo sfoggiante ancora mirabili fatiscenti antiche proporzioni sotto a verdi preservativi.

Rasentando il successivo pianoro prativo, quasi a cadere nel bosco a valle, la mulattiera prosegue malconcia fino ad innestarsi su nuovo trasversale acciottolato nei pressi di una grossa vecchia baita affiancata da edicola votiva. Con i bolli della meglio tenuta sorella proveniente dalla località Capassero e Cavallo, meravigliosamente si scende fino ai ruderi di due cascine nei pressi di una regolare conduttura idrica. La Via si abbandona ad una magica curva ad “S”. Sono al Maglio.

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Per tratto allo scoperto, passato appresso ad un nuovi isolato cascinale, per rampa acciottolata finisco sul sinuoso asfalto della Provinciale. Attraversatala, ecco l’ultimo scampolo di mulattiera prima del borgo di Lavina; costruzioni rimaneggiate dove il nuovo e l’antico si mischiano in un che di sinistro e posticcio. Lasciate le indicazioni per il Ponte dei Senesi scendere ai Mulini, alla chiesa di San Vincenzo si segue un tratturo scendere oscenamente verso un grottesco cantiere forestale. Seguendolo disgustato in piano, questo risale l’Enna alto sulle acque spumeggianti. Richiamato dal canto dei gorghi, sotto al suo approssimativo sedime, cerco e trovo la Strada per Roncali mostrante scampoli di muri inghiottiti dal muschio sopra ad un terrificante fronte di frana. Su sponda opposta dell’Enna, un promontorio roccioso con terrapieno – unico tratto non eroso dal fiume (che antica commovente saggezza) – accoglieva l’arrivo del perduto Ponte delle Lavina.

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Proseguendo oltre invece, altri muri della Strada Vicinale portano (superato un tratto franato nei pressi d’un rivo) al largo alveo sassoso dell’Enna all’altezza corretta a cui guadare. Salito l’erto salto dell’erosa sponda opposta, un pianoro nel bosco nasconde una mulattiera orlata di sassi fiancheggiata da un tratturo. Questo, salendo, serve il cascinale di Foppa di Sotto per poi innestantisi alla SP24 nei pressi delle Baite di Fontanelle; la Strada Vicinale invece lo molla presto deviando al solco di un’esplosa vallecola. Salendo tra mura a secco, serve le baite di Vidiscerro raggiunta la prima diroccata delle quali conviene subito salire direttamente all’asfalto della SP24 per prati e nei cui pressi trovare la pi sta silvo pastorale per i Roncalli.

Sulla livella dell’asfalto – che tutto appiana e che tutto rende negoziabile – penso con sollievo che, per quanto faciliteranno l’accesso ad ogni luogo, questi resteranno sempre e solo appannaggio di chi saprà accogliere con gioia la fatica dell’ineffabile comprensione; l’accettazione dell’eterno inarrestabile mutamento, dentro e fuori di se.

VIE DI FUGA : Non necessarie; assenti al guado dell’Enna.
SUGGERIMENTI PER IL RITORNO : SP24 fino a Lavina e percorso a ritroso, oppure al contrario la:

DIRETTISSIMA AI RONCALI DAI CIOSS:
Mappa Lombardo Veneta alla mano, si segue il consiglio del cartello di Vedeseta. Per prati quindi, senza deviare ne a destra ne a sinistra, rasentando una rete si punta decisamente a Valle. Tristezza infinita scoprire che sotto ai delicati ciuffi d’erba si nascondono i ciottoli del serpente di pietra della Storia e con esso si scende per dolci volteggi fino alla bella restaurata baita del Chioso di Mezzo.

Da lì, per stinte serpentine terrose, si perviene al rudere del Chioso di Sotto. Il chiaro il vociare dei gitanti diretti su pista alle sorgenti dell’Enna invita a scendere ad un guado in vista (ed oltremodo sconsigliato) che prelude ad una salita su pendio boscato di sfasciumi prima del traverso per i Roncali/Roncalli.

APPROFONDIMENTI

RIFERIMENTI BIBLIO/CARTOGRAFICI :

  • Mappe del Regno Lombardo-Veneto

Zona rappresentata fedelmente.

 

 

Tutti i diritti riservati. Ogni contenuto è originale e di esclusiva proprietà  MNR – Negri “Manara” Raffaele

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