RASPALUPO E GRIALEGGIO DA LA VALASNINA

Grasso – Gioparia – Valasnina

  • Difficoltà :

PASSO DI RASPALUPO: Percorso per Escursionisti Esperti T5/T6

PASSO DI GRIALEGGIO: Percorso per Escursionisti Esperti T5-

Indicazioni : Assenti.

Bollatura : Assente.

Traccia : Mulattiero, sentiero, assente.

  • Tempo di percorrenza : ca 5 [h] per ciascuna sola delle opzioni.

  • Dislivello positivo : ca 900 [m]

  • Periodo consigliato : tardo Autunno.

Itinerario per avventurieri. Zone abbandonate e selvagge, remote. Terreno tecnico e faticoso, a tratti esposto.

  • Disponibilità acqua : Grasso.

  • Appoggi : Nessuno.

  • Data di stesura relazione : Primi anni venti.

Se il Passo di Raspalupo (o di Baciamorti) è stato già ampiamente trattato, il Passo Grialeggio mette(va) in comunicazione diretta la Val Asinina (e quindi tutta la Val taleggio) con la Val Brembana (storicamente Lenna e Piazza in primis). Separati dal Monte Venturosa, un disperato sentiero di carbonai li metteva in comunicazione diretta tra loro e con i Fienili di Valasnina – antico retaggio questo d’un mondo ove tutto era di interesse comunitario, non solo qualche “sito” di antieconomico verde disseminato qua e là per l’Europa.

Se il Passo di Raspalupo (o di Baciamorti) è stato già ampiamente trattato, il Passo Grialeggio mette(va) in comunicazione diretta la Val Asinina (e quindi tutta la Val taleggio) con la Val Brembana (storicamente Lenna e Piazza in primis). Separati dal Monte Venturosa, un disperato sentiero di carbonai li metteva in comunicazione diretta tra loro e con i Fienili di Valasnina – antico retaggio questo d’un mondo ove tutto era di interesse comunitario, non solo qualche “sito” di antieconomico verde disseminato qua e là per l’Europa.

DESCRIZIONE: Partenza da Grasso, parcheggio nei pressi dell’Oratorio di San Francesco d’Assisi. Sui passi della Cavalcatoria si prosegue fino alla pista silvo pastorale terminante a Pian Gallo dalla bella veduta sulle Corna Asinine. Di nuovo felicemente su mulattiera, al bivio si lascia a sinistra per Piazza Morandi stando a destra su segnavia 153A. Ad una vallecola sconquassata si nota innestarsi il malconcio ramo di mulattiera proveniente da Roncaletto/Tegia e, proseguendo in piano, si giunge fino ad un fronte di frana che prelude a Giopparia. Successivamente, per largo pianoro si entra in una vallecola uscendone a tornanti fino ad una spalla che s’appresta alla discesa in Valle Asinina. Nei pressi d’un isolato rudere sotto lo sperone di Q.ta 1081 [IGM], è già l’assaggio d’un incubo non ancora pienamente sognato.

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Superato il bivio con il sentiero 153C della Valle di Grialeggio si prosegue dritto guadando il torrente e, risalita la sinistra idrografica, si sbuca ad una sinistra apertura del bosco. Sono agli abbandonati leggendari Fienili di Valasnina.

Dalla valletta dopo i ruderi, abbandonati i segnavia, volte salgono nel bosco fino ad incontrare il più alto lembo delresiduo maggengo. Su ajale, si ritrova la traccia che ai piedi d’un isolato rudere traversa verso la costa sbucando alla spoglia ripulita striscia di bosco dei tralicci dell’alta tensione. Salendo con essa fino ad un bel isolato abete, stinte serpentine invitano a risalire la costa (di nuovo boscata) abbandonandola presto verso sinistra per farsi aiutare da un largo tornante (con muro a secco) che adduce ad maestoso spiazzo la cui concavità lo fa somigliare più ad un inaridito slavacc che ad un ajale. Ascendendo lo sfasciumoso pendio boscoso per secchi traversi, ci si incunea tra tozze bislacche torre che sembrano sbarrare il passo. Deviando però intuitivamente verso destra si esce dall’impasse su una spalla sopra il limitare della faggeta. Alti quanto più possibile, si comincia a traversare su traccia pendii di biondo paglione esposti sul sottostante salto. Di nuovo sotto la volta arborea, si sale per tornanti fino al gigantesco spiazzo di carbonaia che sorregge l’armonica bucolica sella di Q.ta 1398 [IGM].
Lasciando ora la tronca traccia principale che ve ne si allontana in piano e la via di fuga sul “morbido” pendio boscato che sorregge la sella buttando a centro Val di Grialeggio, si ascende dolcemente verso più orride propaggini – ovvero verso una nerboruta costa di cacofoniche rocce. Se ne si doppia il capo stando di nuovo alti e, traversando inevitabilmente incerti, ecco che un’ombra di passi torna a volteggiare verso l’alto approdando ad’un poco evidente bivio.

 

PASSO GRIALEGGIO: Proseguendo il traverso, si rasenta il piede d’un masso ciclopico fino ad una secca valle dalle sponde di infime placche rocciose. Tornanti ne risalgono la destra idrografica fino all’obbligato traverso nei pressi di un grosso ajale. Con traccia assai rinfrancata, rincuorato peregrino in mezzo al bifido sperone di Q.ta 1521 [IGM] in un passaggio di assoluta suggestiva soggezione.

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Aggirata la successiva morbida costa, si discende tranquillamente al fondo della Val di Grialeggio e se ne esce – per lunga successione di ajali – sul sentiero 153C all’ultima radura che esso attraversa prima dell’ultimo tratto nel bosco che lambisce il Passo Grialeggio.

VIE DI FUGA : Assenti.
SUGGERIMENTI PER IL RITORNO : Dal Passo, si seguono i bolli del sentiero 153C fino alla bella giravolta degli speroni di Q.ta 1361 [IGM] dove, prima di deviare verso il centro della Valle di Grialeggio (raggiunta all’altezza della via di fuga dalla sella Q.ta 1398), ci si butta a sinistra verso l’oscura presenza del megalite roccioso di Q.ta 1151[IGM]. Calandosi per successione di ajali si giunge ad un diruto rudere da cui poi, traversando bassi, si sbuca di nuovo sul sentiero 153C – poco prima della guado della Val Asinina alla confluenza col sentiero 153A

 

PASSO RASPALUPO: Su ripida rampa di paglia, si rimonta delicatamente una costa. Abbandonato faticosamente l’ultimo lembo della faggeta si supera un largo vallone dalla macchia centrale di smottamento avviando un traverso fino al nerbo centrale della spalla Sud Occidentale del Venturosa. Rivelatosi concavo e verticale, un’esposto infido passaggio invaso da un intransigente mighoff ne supera il cavo risalendo un tozzo pulpito coperto di mughi. Con una rampetta terrosa aperta sul vuoto si scende ad una vallecola traversando fino ad un isolato faggio della successiva onda del pendio. Risalendola un poco fino al fronte dei mughi, si traversa su paglie ai piedi di un grosso masso fino ad una costa boscata caratterizzata da un ajalino a sbalzo. Una nuova vallecola si traversa ora su sfasciumi fino ad uno spacco ingombro di mughi che obbliga ad un momento di estrema umiltà nella discesa sul fianco opposto. Per traverso su paglioni si guadagna la testa d’un panoramico promontorio col suo bel ajale aperto sulle morbide lontanissime pendici dell’Araralta.

Per nuova depressione valliva, si fa il giro di un’ennesima costa mugata che, con traverso degradante nel bosco, porta all’apertura della “pulizia” dei pali dell’alta tensione. Su buona traccia bollata, si rientra nella faggeta superando un’ultima verde costa e relativa valletta prima della distesa di faggi che prelude al Passo Raspalupo.

VIE DI FUGA: Assenti.
OSSERVAZIONI: Attenzione! Il superamento del passaggio chiave del primo concavo nerbo non è consigliato. La relazione è stata stesa in due uscite differenti che si sono approssimate a tale passaggio da direttrici opposte. Plausibile, ma non verificata, la possibilità di superare tale passaggio dal bivio stando molto più alti e riscendendo la costa boscata fino al primo ajale.
SUGGERIMENTI PER IL RITORNO: Ritornare alla faggeta – quella prima (in direzione di ritorno) a dove i bolli dei tralicci si distaccano dalla traccia delle gronde – e scendere direttamente ad un grosso ajale a centro valle. Scendendo ulteriormente si lascia a sinistra il rudere d’una baita dal tetto di lamiera sfondato inanellando una lunga serie di altre maestose piazzole di carbonaie, una delle quali con possente muraglia di sostegno. A Q.ta 1300 ca, ad un ultima di esse, si devia a destra fino a quando si vede un intransigente budello roccioso sbarrare la strada. Scendendo trafelati ancora un poco, ecco però un provvidenziale passaggio che, approssimandone comodamente il fondo, ne valica la sponda opposta ad un intaglio scavato artificialmente. Ora inizialmente in piano, maestosi ajali diagonalizzano però presto verso le alte felci sommitali del longilineo pascolo di Pratolungo posto di poco sopra al sentiero 153A. Cadendovi dentro, come naufraghi in un mare in burrasca, la mente si perde all’orripilante visione della povera barca; una spettrale cascina sorpresa da marosi di rovi e rampicanti – perduta tra gli spietati gorghi del tempo.

Raspalupo o Grialeggio che sia, tra i Passi che rinserrano il Monte (av)Venturosa, la Vita è davvero tale; semplice e piena d’amore.

APPROFONDIMENTI

RIFERIMENTI CARTOGRAFICI :

  • Mappe ottocentesche del regno Lombardo Veneto
  • Carta IGM

Zona rappresentata, quanto possibile, fedelmente.

Tutti i diritti riservati. Ogni contenuto è originale e di esclusiva proprietà  MNR – Negri “Manara” Raffaele

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