ZUCCO DI PERTUSIO DALLE COLONNETTE
Rongio – Versarico – Colonnette – Zucco di Pertusio
Difficoltà : Percorso per Escursionisti T4
Indicazioni : Assenti.
Bollatura : Assente.
Traccia :Mulattiera, sentiero, traccia, assente
Tempo di percorrenza : ca 5 [h]
Dislivello positivo : ca 1400 [m]
Periodo consigliato : Tardo autunno, primizie di primavera.
Itinerario destinato ad escursionisti esperti. La progressione mai troppo tecnica e la navigazione piuttosto intuitiva non devono farlo sottovalutare poiché comunque ambientato in contesto selvaggio e moderatamente remoto. Terreno asciutto e buona visibilità prerequisiti obbligati. Clima “freddo” (leggasi “zecche”).
Disponibilità acqua : Nessuno.
Appoggi : Rifugio Rosalba.
Data di stesura relazione : Primi anni venti.
Lo Zucco di Pertusio è un’isolata panoramica elevazione al termine della piatta dorsale che separa la Cresta Segantini dal basso contrafforte basale dello Zucco di Manavello. Se a meridione mostra i familiari pittoreschi prativi punteggiati di guglie del sentiero delle Foppe al Rosalba, a nord invece cela un oscuro conoide di cacofoniche oscene torri sospese su selvagge lande solitarie. Due di esse, appollaiate isolate su d’una spina erbosa ad oriente del gruppo principale e sulla verticale discendente dalla vetta dello Zucco di Pertusio, portano il nome di Colonnette. Esse vegliano a guardia d’una perduta Via di montanari oggi onirico viaggio dall’ombra che aleggia in larghe falde in Val Meria verso il sole che indora i paglioni, biondi o smeraldo a secondo della stagione, affacciati a meridione su Lago, Resinelli e pianura.
Lo Zucco di Pertusio è un’isolata panoramica elevazione al termine della piatta dorsale che separa la Cresta Segantini dal basso contrafforte basale dello Zucco di Manavello. Se a meridione mostra i familiari pittoreschi prativi punteggiati di guglie del sentiero delle Foppe al Rosalba, a nord invece cela un oscuro conoide di cacofoniche oscene torri sospese su selvagge lande solitarie. Due di esse, appollaiate isolate su d’una spina erbosa ad oriente del gruppo principale e sulla verticale discendente dalla vetta dello Zucco di Pertusio, portano il nome di Colonnette. Esse vegliano a guardia d’una perduta Via di montanari - oggi onirico viaggio dall’ombra che aleggia in larghe falde in Val Meria verso il sole che indora i paglioni, biondi o smeraldo a secondo della stagione, affacciati a meridione su Lago, Resinelli e pianura.
DESCRIZIONE: Partenza da Rongio (Mandello del Lario) dove, seguendo le indicazioni per il Rifugio Rosalba, si prende Via Rossana. Al suo termine, una strada stupendamente acciottolata ma, a tratti, dozzinalmente (non per il come, ma per l’atto d’esser stata sia pur comprensibilmente) cementata porta a raggiungere sotto al segnavia 13 i rustici ameni caseggiati di Navrech. Superata l’ampia conca prativa punteggiata delle baite di Valbiga, si segue la strada fino a vederla diventare un sentierone, scavato nel fianco della montagna, discendere al dissestato fondo di Val Portorella. Fuori, in leggera ascesa, si superano i pendii di Mascasten e, raggiunta la Valle del Fium d’Oa, si sale su gradoni ben impostati fino ad una rustica stazione di teleferica che dà ingresso in Versarico. Sfilati sotto le Cascine del Simone si giunge ad una magnifica apertura del bosco, verso l’imponenza del Sasso Cavallo, in corrispondenza delle cascine Strambin. Qui, al cospetto delle bislacche ed allegoriche figure abbozzate sull’intonaco della Cappelletta del Signore, ha inizio la prima perdita di contatto con la realtà.
Attraversata la Valletta si comincia a salire lungamente, deliziati dalla progressiva schiusa di panorami mozzafiato ma al contempo oppressi dallo sbirciare a monte delle curiose lance di roccia di Culomm e Culonnet (Colonnette). Apprestandosi faticosamente alla Valle di Pescée la si raggiunge per spettacolare cengia e la si risale fino a che il sentiero non decide di uscirne a sinistra. Qui, un cartello a conferma, apparentemente inutile, serve invece proprio a non far deviare a destra – e a destra infatti giro.
Per traccia imboscatissima (curiose cacciate di maggiociondolo annodate da mano d’uomo in fantasiosi nodi) e slavatissima si rimonta la Costa delle Colonnette dove trovasi corde di palorcio collassate a terra. Avviata la salita subito si lascia ampia traccia verso destra diretta ad un atterrato casotto in lamiere. Tenedo fedelmente il filo, una marcata traccia, ingombra di fieno magro, porta ad avvicinare tre ajali in sequenza sotto alla ricettiva presenza delle bifide Colonnette.
Assecondando solo per pochi passi il piegare a sinistra della traccia (seguendola si può, per vaga successione di ajali, arrivare al fondo della Valle e poi al piede delle Colonne di Pescee) si supera la prima Colonnetta (quella di sinistra) rimontando rispettosamente la ripidissima sella erbosa centrale che la spera dall’altra. Affianco ora alla pinna rocciosa di quella di destra, a fil di cresta con stupendi scorci visivi sull’urlo verticale e senza nome del caotico mondo turrito dei Chigoeu ad occidente, la seconda appare un megalite proveniente da lontananze cosmiche inconcepibili, eroso dagli eoni del tempo.
Fuggita questa intuizione non umana, l’avvicinamento all’ampia faggeta di Camisallo è distratto dall’ordinata scala celeste nella quale si è tramutata il caos dei Chigneu.
Avendo in occhio una caratteristica torre sbeccata emergente dalle chiome più alte, si entra nel bosco ricercandone il bislacco profilo e rimontandone la sella a monte.
Risalendo la ripidissima dorsale boscata fino a sotto le rocce sommitali settentrionali dello Zucco di Pertusio, piegando a sinistra una vaga traccia deposita alla variante di cresta (bolli gialli) del 13B diretta velocemente alla panoramica cima dello Zucco di Pertusio.
Ripresa la cresta e scendendo dai Culomm del Pescee a loro dirimpetto, lancio alle Colonnette un’ultima occhiata, quella dolcissima dell’affetto, là sulla loro cresta. Pur sapendole ovviamente di roccia per averle toccate con mano, esse sono invece liquide; riempiono il cavo del mio sguardo sempre diverso, sfuggendo ad una vera definizione oggettiva delle loro proporzioni, del loro numero e della loro locazione. Questa cosa mi illumina e mi riappacifica; fermata la discesa dopo esser passato dal Pertusio, solo ed in contemplazione di questo movimento e di questa quiete, sono anch’io Colonnetta nel brullo ripido pendio.
VIE DI FUGA : Assenti – Le vie di Carbonari che portano ai Culomm di Pescee attraversando l’omonima valle sono assai complesse da ricercare e percorrere.
SUGGERIMENTI PER IL RITORNO : Culomm di Pescee!
APPROFONDIMENTI
RIFERIMENTI CARTOGRAFICI :
• Carta 1:20000 “Gruppo delle Grigne”
Zona rappresentata fedelmente ma senza traccia dell’itinerario in questione.
Tutti i diritti riservati. Ogni contenuto è originale e di esclusiva proprietà MNR – Negri “Manara” Raffaele
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