GRIGNONE - CRESTA NORD/EST
Balisio – Pialeral – Passo Solivo – Grigna Settentrionale: Via Cornell Bus
- Difficoltà :
Fino al Passo Solivo: Percorso Escursionistico T2
Indicazioni : Chiare ed evidenti;
Bollatura : datata;
Traccia : Pista gippabile sterrata / sentiero;
Fino al Grignone: Percorso per Escursionisti Esperti T4
Indicazioni : Singolo cartello segnavia a San Calimero;
Bollatura : Sbiadita ma ancora funzionale;
Traccia : Leggera – assente;
- Tempo di salita : ca 5 [h]
- Dislivello positivo : ca 1600 [m]
- Periodo consigliato : Giugno – Ottobre
Una buona visibilità risulta fondamentale per la sicura ricerca della via, soprattutto nel tratto alto nei pressi del Pizzo della Pieve.
- Disponibilità acqua : Cappella Sacro Cuore – Pialeral – San Calimero
- Appoggi : rifugio Antonietta.
- Data di stesura relazione: Seconda metà anni dieci.
Via recondita ed altera; senza concessioni a vanità alcuna. Né per sé ne per chi vi sale. Un’aerea ed esposta linea di cresta che si sviluppa in uno degli angoli più incontaminati delle Grigne. Qui, tra tanto nulla, elevazione è umiltà. Amicizia fraterna con la fatica, pienezza di dettaglio in tanta asprezza, gratitudine eterna per tanta umile bellezza.
Via recondita ed altera; senza concessioni a vanità alcuna. Né per sé ne per chi vi sale. Un’aerea ed esposta linea di cresta che si sviluppa in uno degli angoli più incontaminati delle Grigne. Qui, tra tanto nulla, elevazione è umiltà. Amicizia fraterna con la fatica, pienezza di dettaglio in tanta asprezza, gratitudine eterna per tanta umile bellezza.
DESCRIZIONE : Partenza dal tratto liberamente transitabile della strada di servizio della Val di Gras Lunch (limitata possibilità di parcheggio). Raggiunta la piccola Cappella del Sacro Cuore, prendere la pista sterrata di sinistra seguendo le indicazioni per il Pialeral. Risalendo il corso del torrente Pioverna sfilare attraverso ben tenute baite e longilinei prati. Al termine della pista prende vita una larga mulattiera che nel bosco, con ampi tornanti, conduce al bivio con la Traversata Bassa; nei pressi di uno slavacc con fontanile appresso, in località Alpe Cova. Pochi passi più a monte raggiungere la cementata pista proveniente da Pasturo e, per la costa, raggiungere il rifugio Antonietta. Continuare a salire sugli ultimi metri di pista poi, per sentiero a gradoni, raggiungere i resti del rifugio Tedeschi ed un nuovo fontanile su una grande spianata con ampia vista sul Grignone. Soffermandosi con gli occhi sulla cima e lasciandoli poi scivolare verso destra, sfiorando con loro tutta la cresta fino a dove essa si conclude in una larga sella, si avrà già percorso, anche se solo con l’immaginazione, il lungo percorso prefissato. Seguire le indicazioni della Traversata Bassa per il rifugio Riva passando a monte della baite del Pertusio. In leggera discesa attraversare due canali per poi rimontare con stretti tornanti fino ad uscire dal bosco nei pressi dell’Alpe PraBello di Sopra. Raggiungere le malinconiche e diroccate baite e, lasciando la traccia principale diretta all’ormai prossimo San Calimero, superare un ulteriore slavacc e raggiungere la larga sella del Passo del Solivo. Qui, in questa verde conca tra l’alto ed arcigno Pizzo della Pieve ed il basso e morbido Zucco dei Falò, termina questo lungo ed intimo peregrinare tra boschi e pascoli.
Qui, alzati gli occhi al cielo, si svela un’imponente cacofonia di ripidissimi magri pascoli e rocce verticali. Fasce rocciose dall’andamento elicoidale provenienti dagli ultimi lembi di una defilata, ma non meno inquietante, Parete Fasana si scontrano con i ripidi scivoli e i profondi canaloni del Marnè Brusaa avviluppando i pensieri e dando vertigine. Inutilmente lo sguardo vi fruga in cerca di una facile possibilità di progressione che non si debba duramente confrontare con vuoto e materia sfuggente.
Raccolte le forze ed imbrigliati i pensieri procedere senza traccia sull’erboso ed evidente filo di cresta verso l’ignoto. Ben presto questo impenna decisamente ed un’esile traccia di sentiero ci accompagna al cospetto del bianco scheletro di un mighoff, sul dorso di un primo risalto roccioso. Poi un canalino, una nuova sella: la Grotta del Corno Buco è sotto i nostri piedi. Guadagnato il filo di cresta lo si abbandona per un delicato traverso a destra, preziosamente esposto sopra il baratro della Parete Fasana. Ritornare a fil di cresta con brevi passaggi di roccia esposti, non proprio banali, dove si viene accolti da una sinuosa e particolarmente aerea spina. Condotti alla base di un ripido canalino lo si affronta con misurati passi su erba e roccette in leggero traverso verso sinistra per poi sbucare di nuovo, con decisa traversata verso destra, sull’abisso mozzafiato della Parete Fasana. Sull’ormai larga e meno ripida cresta, procedere lungamente e faticosamente fino all’ometto sommitale del Pizzo della Pieve.
Fino a questo punto la progressione ha mantenuto una costanza di panorami e di ambientazione. Nulla di eclatante, solo tanto silenzio; perfetto per concentrarsi su sé stessi e su dove mettere piedi e mani. Ora invece la vista spazia su nuovi e diversi orizzonti in particolare a nord, dove non esiste più nulla su cui avanzare. La morenica e tormentata conca del versante settentrionale del Grignone sembra il fondo di un enorme cassetto pieno di polvere e sogni. Esso è delimitato ai lati dalla Cresta Piancaformia e dai contrafforti della Pareta Fasana – Cima Palone. Il punto d’osservazione in cui ci si trova sembra proprio essere su uno spigolo del lato di chiusura frontale. Inutile frugare oltre, verso la corona di cima delle Orobie Occidentali o addirittura ancora più lontano, verso le Retiche. Il Grignone, dall’opposto spigolo del nostro medesimo lato, chiama suadente.
Rispondere al richiamo procedendo liberamente in discesa lungo la sensuale cresta sommitale. Abbandonarla unicamente poco dopo per attraversare, dal lato di Pialeral, un salto di rocce che la interrompe. Per morbide onde ariose, di nuovo su traccia, raggiungere l’arrivo in cresta della via Invernale. Qui due pali e alcune bandierine tibetane tirate tra essi, oltre ad impedire a qualche skyrunner con le cuffie alle orecchie di procedere sbadatamente verso destra e di non trovare così il rifugio Brioschi, segnano ben poco virtualmente la fine della Via del Cornell Bus. Da qui in poi è solo formalità e troppo spesso chiasso. Seguendo la ben marcata traccia, trafitta dagli alti pali metallici segnavia per l’inverno, raggiungere la vetta e sperare di trovare un posto tranquillo, ovviamente all’aperto, dove sedersi e ringraziare per l’immenso dono appena ricevuto.
VIE DI FUGA : Non necessarie fino a PraBello. Non presenti oltrepassato il varco.
SUGGERIMENTI PER LA DISCESA : L’itinerario appena descritto risulta di più difficile individuazione se percorso in senso inverso. Dal rifugio Brioschi, la discesa può essere comodamente effettuata dalla via Estiva che conduce, su sei corsie con relativo spartitraffico, velocemente al Pialeral ( consigliata la variante della Foppa del Ger). Se l’avvicinamento è stato fatto da Pasturo o Baiedo passando quindi da San Calimero, consigliatissimo il traverso Baita Pastore – Grotta Corno Buco, solo però se pratici della zona. Magari una nuova relazione a riguardo a breve.
APPROFONDIMENTI
RIFERIMENTI CARTOGRAFICI :
- Carta 1:35000 “GRIGNE – RESEGONE – CAMPELLI – TRE SIGNORI – LEGNONE”
Nessuna indicazione presente della Via del Cornell Bus.
- Carta 1:20000 “Gruppo delle Grigne”
Questa ottima ma anacronistica carta riporta chiaramente questo itinerario ma, sensazione personale, facendolo correre molto più a sinistra. Esso è rappresentato come se, scelta un ben marcata dorsale appena oltre la Grotta del Corno Buco e la Val Cava, questa venisse percorsa integralmente fino al Pizzo della Pieve, ben lontana dalla Parete Fasana. Dal Traverso Grotta Corno Buco – Baita Pastore/Comoli non sembra esserci in loco alcuna traccia del genere.
RIFERIMENTI BIBLIORAFICI :
- Giancarlo Mauri: “ LE GRIGNE – I SENTIERI E L’ALTA VIA”
L’esistenza di questa Via non viene neppure accennata.
L’autore invece, nella precedente edizione di questa opera nominata “Escursioni nelle Grigne” vi si soffermava descrivendolo però in maniera abbastanza sbrigativa.
- montagnavissuta.it : “Pizzo della Pieve, cresta Est (Cornell büs) e traversata al Grignone”
Ottima relazione sulla via del Cornell Bus. Forse fin troppo dettagliata. L’autore apre a due possibili “varianti” sull’itinerario in questione. Se non ho interpretato male tale relazione devo aver perso il tratto piano di bypass della paretina rocciosa della “NOTA 1”salendola direttamente.
- hikr.org : “Pizzo della Pieve – 2248 m + Grignone 2410 m (VIA DEL CORNELL BUS)” di irgi99
Simpatica e colloquiale relazione anche se del tutto sommaria.
- madia.it : “Pizzo della Pieve e Grignone per la via “Cornell Bus”
Relazione sincera ed appassionata.
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Tutti idiritti riservati. Ogni contenuto è originale e di esclusiva proprietà MNR – Negri “Manara” Raffaele
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